![Attività venatoria in Lombardia, la storia si ripete](https://www.bregnanoinmovimento.it/wp-content/uploads/banner_caccia.jpg)
Tra mille polemiche si è aperta anche quest’anno la caccia e, come sempre accade, sui social i commenti si intrecciano e gli animi si scaldano. Ci si chiede perché, fondamentalmente, sia possibile sentire (e vedere) le doppiette nei luoghi che sappiamo essere protetti, vedi ad esempio il Parco Lura, boschi e campi dove cerchiamo pace e serenità nella natura.
Ne abbiamo parlato ampiamente in questa sede (vedi archivi 0ttobre 2019) ma riteniamo utile chiarire l’argomento una volta ancora, ponendo delle semplici domande a cui tenteremo di dare una risposta.
QUANDO APRE LA CACCIA NELLA NOSTRA ZONA?
La caccia può essere esercitata dalla terza domenica di settembre (quindi da domenica 20 settembre).
CHI DECIDE IN MATERIA DI CACCIA?
La competenza è di Regione Lombardia. Le specie cacciabili e i relativi periodi sono disposti quindi con Ordinanza da Regione Lombardia.
QUALI SPECIE POSSONO ESSERE CACCIATE E QUALI PROTETTE?
Nella Valle del Torrente Lura le specie di maggiore interesse per la caccia vagante sono il coniglio selvatico, la minilepre, il fagiano comune e la starna, questi ultimi allevati e rilasciati in determinati periodi.
DOVE NON SI PUO’ CACCIARE?
Ci sono alcune aree in cui è vietata sia la caccia che l’addestramento dei cani: sono le Zone di Rifugio e Ambientamento, segnalate con tabelle rosse, e le fasce di rispetto previste dalla normativa vigente. Inoltre non si può cacciare nel raggio di 100 metri da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro, a distanza inferiore a 50 metri da vie di comunicazione ferroviaria e da strade carrozzabili.
NEL PARCO LURA E’ CONSENTITA LA CACCIA?
Sì, il Parco Lura è un tipo di area naturale protetta chiamata PLIS, Parco Locale di Interesse Sovracomunale e come tale può essere parte integrante delle zone dove è possibile cacciare. “Questa forma di protezione del territorio non è inserita nell’elenco ufficiale delle aree naturali protette ed è soggetta ai vincoli comunali legati ai PGT degli enti stessi, dunque considerata un’area, sì protetta, ma con obblighi e limitazioni inferiori rispetto, ad esempio, ad un parco regionale o nazionale.”
CHI PUO’ CACCIARE?
Per chiedere il rilascio della licenza di caccia, è necessario aver superato l’esame di abilitazione all’esercizio venatorio, da sostenersi presso uno qualsiasi degli uffici delle Strutture/U.O. Agricoltura, foreste, caccia e pesca, con il contributo di € 35,51. Il periodo di validità è di 5 anni e viene rinnovata automaticamente con il pagamento della tassa di concessione governativa. In Lombardia, grazie ad una modifica approvata alla Legge Regionale sulla caccia, l’esame di abilitazione venatoria può essere sostenuto al compimento dei 17 anni.
CHI CONTROLLA?
La vigilanza sulla caccia è in capo alla Polizia Provinciale, alle Guardie Volontarie delle Associazioni venatorie, alle G.E.V. abilitate e ai Carabinieri Forestali nonché alla Polizia Locale. Purtroppo le risorse di personale via via ridotte negli anni non permettono un presidio costante delle zone di caccia: si deve confidare nell’assennatezza dei cacciatori!
ALCUNE CONSIDERAZIONI:
L’argomento caccia è di sicuro interesse, torna alla ribalta nei periodi di apertura, in particolare perché la presenza di cacciatori e l’eco delle schioppettate lungo i percorsi verdi e nelle aree golenali spaventano i podisti, gli escursionisti e le famiglie a passeggio. E non a caso: ogni anno, purtroppo, si contano morti e feriti causati dalla pratica della caccia.
MA E’ UNO SPORT?
Non è possibile definirlo tale, non ne possiede le caratteristiche qualificanti. Le specialità olimpiche che utilizzano armi da fuoco sono il tiro al piattello o al bersaglio, non ad esseri viventi. Da tempo non è più la caccia dei nostri nonni, ma uno sterminio programmato, senza scopo di nutrimento né di competizione alla pari.
RISPETTO PER L’AMBIENTE, DIFESA DELLE BIODIVERSITA’, GENERAZIONE GREEN, TERZO MILLENNIO … SI CONCILIANO CON LA PRATICA DELLA CACCIA?
Di fronte alle possibilità di azione dei cacciatori in Italia, che spaventano e confinano lungo i sentirei più battuti (anche se non sempre sicuri) le persone a passeggio con i loro familiari e i loro cani, vien da chiedersi se la categoria protetta siano i cacciatori piuttosto che gli altri cittadini e la fauna locale!
Ogni anno inoltre, e purtroppo, a causa della caccia si contano innumerevoli feriti e anche morti tra civili e tra gli stessi cacciatori. Ha senso?
Per non dire delle politiche ambientaliste volte al ripopolamento e al ritorno di specie sparite negli ultimi decenni, oppure delle specie in crescita a causa degli squilibri nella piramide alimentare creati dall’uomo: la caccia mal si concilia con l’ecologia. Consideriamo che Secondo una associazione del settore un cacciatore spara in media 480 colpi in una stagione e ogni colpo contiene in media 35 gr di piombo. Se prendiamo per buona la cifra di 850.000 cacciatori che la FACE (Fédération des associations de chasse de l’Europe) ostenta, arriviamo a 14.000 tonnellate di piombo sparato in un anno. Dove va a finire? Parte nei corpi delle vittime dove inquinerà le carni e il resto sarà disperso nell’ambiente.
È POSSIBILE SPIEGARE LA CACCIA AI BAMBINI?
È molto difficile, proprio per l’innaturalità e la mancanza di finalità costruttive del gesto del cacciare con armi sempre più sofisticate.
Visto che la stagione venatoria è iniziata proprio il giorno del REFERENDUM, vien da chiedersi: a quando un referendum sulla limitazione o abolizione della caccia in Italia?
A chi oppone il fatto che nel lontano 1990 fu proposto un referendum abrogativo che andò fallito con un quorum non raggiunto per un soffio, rispondiamo che in trent’anni le argomentazioni e la sensibilità sull’ecologia e la natura che ci sta sfuggendo di mano sono cambiate di molto. L’opinione pubblica, questa volta, avrebbe ragione sulla lobby delle armi e sull’indotto da essa creato.
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