![4 novembre, omaggio ai caduti e impegno per la pace](https://www.bregnanoinmovimento.it/wp-content/uploads/Schermata-2024-11-04-alle-17.36.29.png)
Saluto e ringrazio i presenti che hanno accolto il mio invito.
Nelle ricorrenze istituzionali le Comunità si riuniscono, come le famiglie per le feste
domestiche (compleanni, anniversari, il Natale), anche noi siamo qui perché ci
riconosciamo in una Comunità erede di quanto la ricorrenza di oggi ricorda.
La celebrazione del 4 novembre, nasce come anniversario della Vittoria dell’Italia nella
Prima guerra mondiale, è il giorno dell’Armistizio di Villa Giusti del 1918 che sancì la
conclusione del conflitto con l’Impero Austro-Ungarico; da anni è tradizionalmente
celebrato come la giornata della fine di una carneficina, come ricordo dei caduti italiani di
quella grande Guerra e di tutte le guerre. Le più Alte Cariche dello Stato rendono
omaggio recandosi nei Luoghi della Memoria.
Poco fa, ho deposto due corone davanti ai monumenti dei cimiteri ai nostri Caduti, che
riportano i nomi dei Bregnanesi, per ricordarli, per rendere onore al loro sacrificio.
Da quest’anno una nuova legge, la n.27 approvata il 1 marzo 2024, ha istituito la
“Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” sottolineando il ruolo delle Forze
armate nella difesa della patria e nella sicurezza internazionale.
Questo edificio, il nostro Municipio, è dedicato ai caduti per la Patria. Ma cosa vuol dire?
Cosa significa difesa della Patria oggi? Vuol dire che i nostri Concittadini sono caduti
per l’indipendenza, l’unità e la libertà dell’Italia. A loro memoria esprimiamo riconoscenza perché adesso noi viviamo appunto in un paese indipendente, unito e libero, e tristezza per tutte quelle morti di soldati, mandati a morire ma anche ad uccidere…. La parola difesa evoca la parola attacco, come in una logica binaria che perpetua se stessa, in
un’escalation di difese e attacchi …. ma è davvero l’unica strada praticabile? Riflettiamoci. Io penso di no, per questo mi rifiuto di celebrare l’ardore, l’eroismo, secondo una retorica militarista, muscolare, che non è accettabile, non più, non adesso che si intensificano conflitti nel mondo, mai sopiti, conflitti che colpiscono civili, bambini e I più fragili, conflitti mossi come sempre da interessi economici e di potere, sottesi a logiche di nazionalismo, esasperate e aggressive, che pensavamo aver superato ….
Riconosco il valore delle Forze armate che in Italia provvedono alla sicurezza dei
cittadini e li assistono in caso di calamità naturali o emergenze. Gli uomini e le donne
della Difesa italiana, di tutti i Corpi dello Stato, intervengono e vigilano quotidianamente
al servizio del Paese, a tutela di persone, ambiente e patrimonio collettivo. Così
difendono la patria, difendono chi ha bisogno di aiuto. Ma dobbiamo stare sempre attenti
a quelle narrazioni false e mistificate, che prendono piede, purtroppo, anche tra i
giovanissimi, narrazioni che tacciono sulla violenza, sulle distruzioni, sul sangue, sulle
morti di quella guerra e di tutte le guerre, che occultano gli orrori e i genocidi, esaltano gli eserciti e le armi, glorificano un passato bellicista, presentano lo scontro militare come
inevitabile, giustificato anche se sproporzionato, presentano la crescita delle spese
militari come necessaria per la sicurezza e la difesa, l’arruolamento dei giovani come
tributo all’amor di Patria …
Si sta andando verso una “normalizzazione della guerra” e una “marginalizzazione della
cultura della pace”, condannata come buonismo, viltà … Proprio adesso, nel momento in cui lo spettro di una guerra totale appare all’orizzonte e i
sovranismi crescono, innescando odi e ostilità, il 4 novembre non sia solo un giorno di
lutto da dedicare alla memoria delle vittime delle battaglie della Grande guerra, ma
anche il momento dell’indignazione, sia per i dieci milioni di morti della Prima guerra
mondiale sia per le vittime di tutte le guerre. La guerra, qualsiasi guerra, è solo morte e
distruzione. È necessario affermare questa verità, soprattutto oggi, in un mondo lacerato
da tanti conflitti: in Ucraina, in due anni, un milione tra morti e feriti su entrambi i fronti; a Gaza le vittime dell’offensiva israeliana hanno raggiunto i 46.000 morti, di cui 15.000
bambini. Lo ripeto, con commozione e indignazione: 15.000 bambini morti!
‘NON SONO CHE UN BAMBINO. COM’È POSSIBILE CHE IO SIA IN GUERRA?’ dice Jhon, 8 anni. È il 1918 e la guerra è ovunque. Il papà di John è lontano, a combattere
in Francia insieme a milioni di altri papà. La sua mamma lavora nella fabbrica d’armi
più grande del mondo …. John chiede a tutti “QUANDO FINIRÀ LA GUERRA ? E
quando il mio papà potrà tornare a casa e la mamma non dovrà più costruire armi per
uccidere altri papà, i papà dei bambini tedeschi ? … – dal libro di David Almond “LA
GUERRA È FINITA”
Come si può spiegare la guerra a un bambino? …. Jhon potrebbe
chiamarsi Isaac, Ahmed, Pavlo, Mhoamed, Elia, Farid, Khadijah, Alina, Roman,
Fatima, Oksana ….
Una grande pedagogista italiana, la più grande, una maestra, soteneva che gestire i
conflitti, cioè evitare che degenerino, è compito della politica (art.11 della nostra
Costituzione) ma costruire la pace è un’opera di portata universale che parte dagli anni
dell’infanzia, ogni percorso educativo deve farsi strumento di pace, favorendo
“esperienze e comportamenti di pace” in educatori, insegnanti e genitori, ovvero
mediazione, condivisione, generosità e soprattutto rispetto.
“Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace.
A questo mondo, si educa alla competizione, allo scontro, e la competizione è l’inizio
di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro
solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace.” MARIA MONTESSORI
Onore ai Caduti, Viva la Pace, viva il tricolore, viva l’Italia!
Foto di: Circolo Fotografico Bregnano
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