![4 Novembre 2022 Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il discorso del Sindaco](https://www.bregnanoinmovimento.it/wp-content/uploads/luci_Comune.png)
ll 4 Novembre 1918 segnò la fine della prima guerra mondiale. Il bollettino quel giorno diede l’annuncio della Vittoria. La festa fu istituita nel 1918 con l’intento di rafforzare in tutti gli italiani il sentimento dell’Unità nazionale, che si ritenne compiuta con quella guerra.
“L’unica verità sulla guerra sono le vittime” Gino Strada
La Grande Guerra costò all’Italia 650.000 morti, un milione di mutilati e feriti. Per questo ogni anno ricordiamo il 4 Novembre per celebrare non una vittoria ma l’ultimo giorno di una carneficina. Oggi dunque non è solo festa delle Forze Armate, ma festa di tutti i cittadini che ricordano i morti della prima guerra mondiale e che con loro si impegnano sulla strada della pace e del ripudio della guerra, come sancisce la Costituzione all’art.11.
“Stiamo vivendo una terza guerra mondiale fatta a pezzi. Purtroppo la storia mostra segni di regressione. Non solo si intensificano conflitti anacronistici, ma riemergono nazionalismi chiusi, esasperati e aggressivi, e anche nuove guerre di dominio, che colpiscono civili, anziani, bambini e malati, e provocano distruzione ovunque” Papa Francesco
L’appello del Papa perché venga scongiurato il pericolo di una nuova guerra atomica. É importante richiamare alla memoria la storia tormentata del nostro Paese, proprio in questa giornata, per condannare la follia della guerra. Il mondo è stanco di conflitti e vuole la pace: la storia è ciclica ed è importante conoscerla a fondo per non ricadere nei medesimi errori.
La prima guerra mondiale fu un affare per grandi industriali, politici corrotti, funzionari statali senza scrupoli, alti ufficiali con le mani in pasta. Il Regno d’Italia, che allora dipendeva per il 90 percento dal carbone della Gran Bretagna, entrò in guerra il 23 maggio del 1915, a conflitto iniziato, nonostante il voto contrario del Parlamento Italiano, con una forzatura ai limiti del colpo di Stato, a fianco della Triplice Intesa capovolgendo l’alleanza con Vienna e Berlino. Una guerra che era meglio non fare, e che a lungo fu condotta dai generali con metodi sbagliati quando non criminali. L’opposizione popolare alla guerra fu molto ampia e anche nell’esercito. Su 5 milioni e 500 mila mobilitati per la Prima guerra mondiale, 870.000 furono denunciati per insubordinazione, oltre il 15 percento nonostante Cadorna avesse ordinato rappresaglie e fucilazioni immediate.
Sui campi di battaglia, sui fronti, nelle trincee, giacevano i corpi dei soldati morti, a migliaia, straziati; in mezzo a quei caduti e alle croci che i compagni riuscivano a mettere per loro, fiorivano papaveri rossi.
Oggi abbiamo fatto mettere dei fiori davanti ai monumenti dei nostri caduti, che hanno nomi familiari, tipici di Bregnano (Allievi, Balestrini, Figini, Grassi, Guarnerio, Ostinelli, Radice, Rampoldi, Rivolta, Romanò, Rossi, Vago, Verga, Volonterio) per rendere onore al loro sacrificio; ma idealmente dobbiamo ricordare il sacrificio dei sedici milioni di morti, militari e civili di ogni nazionalità, che hanno dato la loro vita nella Grande Guerra, ciascuno per la propria patria secondo la retorica dominante nei regni nazionali di allora che non si riconoscevano, come oggi, quali Stati in un Europa Unita.
Ieri a Roma e a Milano si sono svolte grandi manifestazioni per la PACE: la guerra in Ucraina, tutte le guerre vanno fermate! La festa del 4 novembre non può essere solo un ricordo del passato, ma la conferma che da una guerra non si esce mai vittoriosi: le guerre portano solo odio, paura, distruzione e morte, sia ai vincitori che ai vinti. Non esistono guerre “sante” o guerre “giuste”. La pace è l’unico vero obiettivo, ora che purtroppo assistiamo con i nostri occhi a scene di guerra in Europa, le cui conseguenze toccano direttamente la nostra vita quotidiana. Si deve arrivare al cessate il fuoco, certo senza una resa incondizionata che significherebbe cedere all’oppressore, accettare il sopruso e quelle logiche di potere e sopraffazione che perpetuano le guerre nei secoli.
Sono la fratellanza, la cooperazione, la difesa del benessere di tutti i popoli del mondo la via da seguire, non il sovranismo! É l’unità che garantisce reciprocamente la libertà a ciascuno stato.
Il 4 novembre è anche la giornata delle Forze armate che in Italia provvedono alla sicurezza dei cittadini e corrono in loro aiuto nelle calamità naturali e operano in missioni internazionali di aiuto umanitario. Va riconosciuta la determinazione degli uomini e delle donne della Difesa italiana, di tutti i Corpi dello Stato, la loro prontezza a intervenire quotidianamente al servizio del Paese, a tutela di persone, ambiente e patrimonio collettivo ma anche a sostenere nei momenti di difficoltà, l’abbiamo visto nell’emergenza pandemica, lo vediamo nelle operazioni della Guardia costiera impegnata nel salvataggio in mare dei migranti.
Tra i valori e gli ideali che hanno costituito la nostra Patria ci sono l’accoglienza, la generosità e la solidarietà verso chi ha bisogno di aiuto: ci sono ancora navi al largo delle nostre coste, che cercano riparo dal maltempo, con quasi 1000 migranti a bordo in estrema e crescente sofferenza, ma a tal proposito si sentono espressioni come “confini da difendere, pericolo invasione, navi pirata”: le parole hanno un peso!
“L’indifferenza verso i migranti è criminale” Papa Francesco
Il capitano di una nave non è obbligato a identificare le persone in mare ma è obbligato a soccorrerle e a condurle al riparo nel porto più prossimo, altrimenti saranno ancora 1000 papaveri rossi.
Onore ai caduti, viva la Pace, viva il tricolore, viva l’Italia!
Elena Daddi
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