![25 Aprile 2022 Festa della Liberazione, “Una giornata particolare” contro tutti i fascismi](https://www.bregnanoinmovimento.it/wp-content/uploads/468a298c-1f42-47fe-9d5b-7cbef1b7a54f.jpg)
IL 25 APRILE è una festa italiana, di tutti gli italiani e le italiane (non c’è un suo corrispettivo in altre nazioni) di cui dobbiamo essere orgogliosi.
È festa di tutti coloro che ricordano la Liberazione, la Resistenza che si combatté tra il 1943 e il 1945: quegli anni segnarono in Europa l’epilogo del nazismo e la vittoria degli alleati, e in Italia la sconfitta del fascismo e il superamento della dittatura durata un ventennio.
È festa di tutti gli italiani che sanno di essere e che si sentono antifascisti: non è ovvio o scontato dirlo, non è superato il fascismo e i fascismi in Europa e nel mondo, lo sappiamo. Il fascismo non può essere ridotto ad un periodo storico, è storia è vero, una pagina triste della Storia d’Italia, ma bisogna fare attenzione ai suoi ricorrenti rigurgiti e al suo scorrere sotterraneo.
Antifascismo dunque: anti ha valora oppositivo, ma è solo un prefisso, quello che dà o toglie valore è il sostantivo che segue: antifascismo è una bella parola, antidemocratico è brutta. Antidemocratico è Putin, sono i regimi nel mondo contemporaneo, lo fu il fascismo di Mussolini, alleato con Hitler.
Ci sono tanti tricolori oggi: come è bella la nostra bandiera! Il tricolore ci unisce!
Che emozione vedere i tricolori alle finestre durante il lockdown, e le frecce con le loro scie tricolore sui cieli d’Italia, e il Presidente Mattarella, simbolo dell’Unità Nazionale, che oggi omaggia i resistenti di Acerra.
“Basta con i distinguo, la Pace non è Resa” ha detto il Presidente della Repubblica, proprio riferendosi al XXV APRILE.
Come noi della nostra bandiera, anche gli ucraini sono fieri della loro, azzurra e gialla, quella che abbiamo appeso al balcone del comune, insieme a quella arcobaleno della pace, che ci auguriamo tutti oggi. Ha detto ancora Mattarella oggi: “si evoca, sì, la pace, ma quella che deriva dal non essersi arresi alla prepotenza!”.
La loro bandiera li unisce, come la nostra unisce noi, li capiamo, hanno la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ma il parallelismo oggi finisce qui; oggi è festa italiana della liberazione dalla collusione con la Germania hitleriana e dalla sottomissione del regime fascista all’invasione tedesca.
L’Ucraina è uno stato democratico, invaso da un regime, mentre l’Italia mussoliniana non lo era e lo divenne solo dopo il XXV APRILE dopo e grazie alla resistenza che abbatte’ quel regime antidemocratico.
Allora è bello, a me piace, dire “IO SONO ANTIFASCISTA”.
C’è invece ancora chi non lo fa, non ci riesce, o perché dice che non serve, che è stato solo un fatto storico, che l’Italia la liberarono solo gli angloamericani.
E c’è chi si offende a sentirsi chiamare “fascista” – e fa bene, perché oltre che un reato, è un insulto, un’offesa – ma non riesce a dirsi antifascista, nemmeno a pronunciare la parola, c’è chi dice “per me il XXV APRILE è San Marco”.
Questa festa non va strumentalizzata né “annacquata” in un generico appello alla pace e al ricordo di quegli anni: purtroppo anche quest’anno c’è chi lo ha fatto, e voglio condannare con sdegno quel preside di una scuola nelle Marche che, in una lettera indirizzata agli studenti, mette sullo stesso piano nazifascisti e partigiani! Scrive che la seconda guerra mondiale “ ha visto gli italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni, giuste o sbagliate, per i rispettivi sogni, condivisibili o meno“.
NO, non è così ! NO ragazzi e ragazze ! Mi rivolgo a voi: ci fu, allora come oggi, chi combatteva dalla parte giusta, con ragione, e chi no, chi aveva un sogno condivisibile, quello della libertà e della democrazia e chi invece era contro!
Noi non ricordiamo oggi indistintamente tutti coloro che combatterono e caddero in quegli anni drammatici, che cambiarono per sempre il nostro Paese. NO, non furono allora gli italiani “tutti brava gente” come disse il presidente Draghi in questa ricorrenza l’anno scorso: noi oggi ricordiamo e onoriamo chi ha combattuto per la nostra libertà, chi allora fece la scelta di parte: ribelli al regime, “banditi” per gli invasori, “combattenti” come si chiamavano loro, “partigiani” per la storia.
Ecco perché la festa del XXV APRILE è nazionale e pubblica: i morti di entrambe le parti, come sempre e come pietà vuole, i giovani morti e le loro madri che piangono, meritano rispetto, ma si ricordano e commemorano in privato:
Non si possono mischiare gli italiani e le italiane antifascisti con gli italiani e le italiane fascisti che allora combatterono, gli uni schierati con gli alleati, gli altri con i nazisti, una guerra civile.
Vanno distinti, sempre.
La Resistenza degli italiani e delle italiane antifascisti è una delle più belle, anche se drammatica, pagine della nostra storia, dopo la pagina buia del ventennio, perché la loro scelta, le loro azioni, il loro sacrificio hanno donato a tutti noi libertà e democrazia.
Viva il XXV APRILE !
Elena Daddi
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