Il discorso del Sindaco Elena Daddi
Oggi è una bellissima ricorrenza! É la festa della Liberazione!
Le conquiste politiche sociali e culturali, i diritti civili, la libertà d’opinione, di voto, di associazione di cui oggi tutti noi godiamo trovano le loro salde radici nel 25 aprile 1945. La Repubblica Italiana ha avuto origine dalla Resistenza che, pur essendo stata lotta armata, ci ha anche consegnato un forte messaggio antifascista di pace, come la mostra allestita qui vuole ricordare.
Il 25 aprile è la vera festa nazionale italiana, perché è dalla lotta di Liberazione che nasce l’Italia repubblicana e democratica: la Costituzione fu scritta dai sei partiti antifascisti che, insieme, in varia misura, combatterono la dittatura fascista, il regime mussoliniano e la sciagurata alleanza con la Germania hitleriana.
Quante differenze, tra oggi e 78 anni fa’: oggi si vota, allora dopo la marcia su Roma del 1922 e per vent’anni, non si è votato! Oggi si elegge il sindaco, anche donna, allora c’era il podestà nominato dal gran consiglio del fascismo; oggi la stampa è libera così come i costumi, allora no, vigeva la censura e lo stato etico che imponeva comportamenti e stili di vita!
Festa di tutti? Sì certo, ma senza dimenticare che i resistenti furono per lo più comunisti/socialisti, del partito d’azione, in misura minore cattolici e anche alcuni monarchici. E gli altri? Erano repubblichini, fascisti della prima o della seconda ora, collaborazionisti con il regime e dopo il ‘43 contro gli Alleati, al fianco di Hitler: va detto, semplicemente, va detto e ricordato.
Proviamo a immaginare se avessero vinto loro? Loro che avevano costruito con la violenza e difendevano uno stato illiberale, gerarchico, corporativo, sovranista ma succube della Germania di Hitler, razzista, sessista e maschilista ben oltre lo spirito dell’epoca: non sarei qui, non saremmo qui! Pensate che le donne che studiavano, finché poterono, pagavano più tasse, allo scopo di scoraggiarle dagli studi superiori, poi furono licenziate le donne che insegnavano lettere – la lingua come il diritto e le scienze monopolio maschile! – il Codice Rocco introdusse il matrimonio riparatore e il delitto d’onore, che non esistevano prima, nella pur patriarcale età giolittiana!
Ricordiamo che il fascismo tra il ‘36 e il ‘38, quindi prima dell’alleanza con Hitler, per sua scelta, in Etiopia con il vicerè Graziani, si macchiò di indicibili orrori contro le popolazioni civili! Le leggi razziali furono introdotte e sostenute per volontà dal regime, prendendo a modello la Germania nazista: così gli italiani ebrei furono discriminati e perseguitati! E dopo l’8 settembre ‘43 molti altri italiani, quelli che combattevano contro l’invasore nazista e per la libertà, furono uccisi per rappresaglia o deportati nei lager, scovati, rastrellati e consegnati ai nazisti dai fascisti, italiani pure loro.
Dico questo perché bisogna condannare il fascismo in toto, non selezionarne pagine più buie o tragiche di altre: basta con una visione autoassolutoria del ventennio! Basta sfumare cosa fu e cosa fece il fascismo, consegnandolo alla storia: non è sufficiente “non averne nostalgia” – e ci mancherebbe pure! – bisogna riconoscerlo per quello che fu e condannarlo a non essere mai più, come recita la nostra Costituzione! Avere ricevuto libertà, giustizia, uguaglianza e pari opportunità dall’antifascismo militante e limitarsi a dire di “non avere mai avuto simpatia per le dittature, fascismo compreso” è troppo poco: nessuna indulgenza e nessuna retorica
soprattutto verso il fascismo, in particolare verso il fascismo che teorizzò e realizzò il regime mussoliniano, che portò rovina e miseria
per l’Italia!
I partigiani, invece, lottarono per un mondo migliore di quello conosciuto nel ventennio, in cui vivere liberi e in pace, costruire una società giusta, godere tutti degli stessi diritti: ampliare i diritti individuali, le libertà di scelta significa tutelare tutti, non solo una parte.
“La libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare” scrisse Pietro Calamandrei: è vero e vale per tutti, più aria c’è, più libertà ci sono e meglio si respira tutti!
Chi in Italia oggi riesce ancora a riconoscersi pienamente nell’antifascismo, nella migliore delle ipotesi, è estremamente ignorante, oppure vuole restare fermo ad una narrazione edulcorata della storia, ideologizzata, sbagliata e fuorviante, la partigiana Anna Ferrario ce lo ha testimoniato con la sua vita e le sue parole.
In Francia, fuori da scuole e palestre, ci sono targhe con scritto: “Qui tanti bambini furono deportati nei lager con la collaborazione della repubblica di Vichy!”. Anche da noi è successo, per volontà e mano del fascismo e della repubblica di Salò tanti bambini italiani furono inviati ai campi di concentramento e uccisi!
Va detto, va riconosciuto e pianto.
Se il Fascismo ormai appartiene alla storia, da quella storia siamo nati e debitori: ecco perché ricordare e resistere sempre! Viva il 25 aprile, viva l’Italia!